L'Europa e la riforma fiscale nazionale
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-3583/14579Palabras clave:
Riforma tributaria, vocazione europea, iva, irpef, imposta successioniResumen
La prossima approvazione della riforma tributaria italiana marca intenti e modelli tipicamente nazionali. La riforma, infatti, limita la responsabilità nazionale di armonizzazione dell’iva, concentrando l’attenzione sulle aliquote, Manca, invece, una responsabilità nazionale per la futura attuazione della Direttiva europea sulle aliquote ridotte. Gl’intenti nazionali sull’applicazione dell’iva si concentrano poi sulle reazioni fiscali a fenomeni di evasione e di elusione senza accompagnarle però con specifiche soluzioni. L’esperienza comparata non viene presa in considerazione nemmeno per la progressività dell’imposta personale che rimane differenziata nel campo europeo. Appare, invece, costante nell’esperienza europea la scelta di regolare i redditi di capitale in maniera autonoma rispetto all’imposizione personale. anche se con aliquote diverse. Costante e condivisa nell’ambito europeo, poi, la scelta nazionale di accentuare il collegamento tra reddito d’impresa e risultato del bilancio civile. Così come ancora è tema di ampia concorrenza europea la disciplina delle imposte sulle società, in particolare per la diversa incidenza economica delle aliquote nazionali adottate. Manca, invece, ogni attenzione per un’imposta come quella di successione, la cui limitata incidenza fiscale in Italia accentua l’interesse per i contribuenti europei a localizzarsi nel nostro Paese. Così, il regime fiscale italiano alimenta una concorrenza fiscale europea resa evidente dal forte differenziale di aliquote che differenzia le scelte impositive italiane per le successioni da quelle di altri Stati europei.
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